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L’autofagia è un meccanismo cellulare che prevede la rimozione ed il riciclaggio delle sostanze di scarto che vengono “mangiate” all’interno della stessa cellula e “digerite” nei lisosomi generando nuova energia. In questo modo le nostre cellule vedono garantita la loro sopravvivenza, specialmente in condizioni di stress dove queste sostanze si accumulano. Il malfunzionamento dell’autofagia è stato collegato a molte malattie come le neurodegenerazioni, i processi d’invecchiamento ed i tumori, perciò questo meccanismo sta diventando un importante bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci.
Una birra da Nobel: autofagia & chips
Manuela Antonioli
(INMI, Lazzaro Spallanzani)
L’esistenza dell’autofagia venne ipotizzata negli anni ’60 quando, per la prima volta, vennero osservate al microscopio elettronico delle piccole vescicole contenenti materiale e organelli cellulari: gli autofagosomi, strutture essenziali di questo processo. Negli anni ’90, le ricerche sul lievito di birra (S. cerevisiae), condotte da Yoshinori Ohsumi, hanno svelato i meccanismi molecolari dell’autofagia evidenziando l’importanza di questo processo. Quindi, preparate i calici! Che sia Lager, Ale o Weisse la vostra birra nasconde tutti i segreti molecolari del premio Nobel al Prof. Ohsumi.
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