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Negli ultimi anni nuove tecniche di osservazione ed analisi dati e nuove tecnologie stanno contribuendo agli importanti risultati che gli astronomi stanno ottenendo in vari campi. Scopriremo gli sforzi tecnologici ed umani e le potenzialità che si celano dietro le recenti immagini del buco nero al centro della galassia M87 ottenuta dell'Event Horizon Telescope e come la realtà virtuale può aiutare gli astronomi nei loro studi.
Che cosa ritrae davvero la foto del secolo? Domande e risposte sulla prima immagine di un buco nero visto da vicino
Antonino d'Ai
(Fisico, Dottore di Ricerca. Si è occupato principalmente di stelle di neutroni, buchi neri e, molto recentemente, anche di onde gravitazionali. Lavora dal 2015 presso l’istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica di Palermo.)
Il 10 aprile di quest'anno gli scienziati dell'Event Horizon Telescope (EHT) hanno annunciato di avere visto per la prima volta un buco nero presente al centro della galassia M87. L'immagine ha fatto rapidamente il giro del globo, lasciando dietro di sè molte domande nel vasto pubblico che in questo intervento proveremo rapidamente ad esaminare e, se possibile, a rispondere
La realta` virtuale come mezzo di indagine astronomica e divulgazione scientifica
Ignazio Pillitteri
((INAF - OAPA))
L'uso di visori per la realta` virtuale (in inglese VR) esce dall'ambito videoludico e sempre piu` spesso viene usato come mezzo di indagine in campi come la medicina e l'addestramento degli astronauti. All'Osservatorio Astronomico di Palermo abbiamo cominciato a usare la VR per investigare piu` efficacemente i risultati di complesse simulazioni dell'evoluzione di oggetti astronomici come resti di supernove, stelle in formazione e pianeti che interagiscono con le loro stelle. Queste simulazioni richiedono molte ore di calcolo intensivo su computers multiprocessore.
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