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Negli ultimi anni, la neuromodulazione si è affermata come una promettente frontiera terapeutica per la malattia di Alzheimer, una delle sfide neurologiche più complesse del nostro tempo. Tra le varie aree cerebrali coinvolte nel declino cognitivo, il precuneo ha attirato un crescente interesse da parte della comunità scientifica. La stimolazione di quest’area apre nuove prospettive per interventi personalizzati e mirati. Un piccolo passo per la scienza, ma un grande passo per chi vive ogni giorno il peso dell’oblio.
La Neuromodulazione contro il Declino Cognitivo
Sonia Bonnì
(Ricercatrice di Neuropsicologia e Neuroscienze Cognitive, Università eCampus)
Psicologa, esperta in neuropsicologa clinica e dottore di ricerca in Neuropsicologia sperimentale, dal 2009 svolge la propria attività di ricerca presso l’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma dove opera nel Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale. Ha concentrato la sua attività di ricerca sull’applicazione di tecniche di nueromodulazione non invasiva (TMS, tDCS), nello studio delle funzioni cognitive superiori (memoria, linguaggio, attenzione visuo-spaziale) e sull’applicazioni di tali tecniche nel trattamento di malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, la demenza fronto-temporale ed ad altre patologie neurologiche. È autrice e co-autrice di oltre 55 pubblicazioni su riviste internazionali di alto impatto.

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