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I video games sono generalmente ritenuti un semplice passatempo. Alcuni li considerano una perdita di tempo , altri li considerano addirittura dannosi per la mente, riferendosi alla possibilità che possano creare dipendenza o perfino istigare alla violenza. La ricerca nel campo delle neuroscienze sta dimostrando, almeno da 15 anni, l’esatto contrario. I video games hanno tutte le carte in regola per promuovere la neuroplasticità, ossia quella proprietà intrinseca al nostro cervello di modificare la sua architettura neurale e il suo funzionamento in risposta agli stimoli ambientali.
Neuroplasticità & video games: la riabilitazione si fa giocando
Luca Prosperini
(Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini - Dipartimento Neuroscienze U.O.C. Neurologia e Neurofisiopatologia)
Ma quali tipi di video games sono più utili? Non tanto quelli che richiedono strategia o logica, bensì i cosiddetti action video games, cioè quelli che si giocano in tempo reale e in cui il giocatore si identifica e controlla un personaggio immerso nella realtà virtuale del gioco (il suo “avatar”).
Dall’unione di video games ed esercizio fisico sono nati i cosiddetti exergames, utili per promuovere fitness e aderenza al training, migliorare equilibrio, cammino e qualità della vita, non solo nella popolazione generale, ma anche nelle persone affette da malattie neurologiche.
Dall’unione di video games ed esercizio fisico sono nati i cosiddetti exergames, utili per promuovere fitness e aderenza al training, migliorare equilibrio, cammino e qualità della vita, non solo nella popolazione generale, ma anche nelle persone affette da malattie neurologiche.
Luca Prosperini
Luca Prosperini è neurologo e dottore di ricerca in neuroscienze sperimentali e cliniche.
Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali per i suoi studi relativi all’utilizzo dei video games come strumenti riabilitativi nel campo della medicina.
La sua ricerca ha evidenziato che i video games sono in grado di promuovere la plasticità cerebrale in persone affette da malattie neurologiche.
Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali per i suoi studi relativi all’utilizzo dei video games come strumenti riabilitativi nel campo della medicina.
La sua ricerca ha evidenziato che i video games sono in grado di promuovere la plasticità cerebrale in persone affette da malattie neurologiche.
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