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Quando interagiamo con le altre persone traiamo delle inferenze sulle loro intenzioni e cerchiamo di riconoscere il loro stato emotivo, così da poter adeguare il nostro comportamento di conseguenza. Questi due aspetti sono mediati da aree cerebrali differenti? È possibile utilizzare la neuromodulazione in un funzionamento differente, come nell’autismo?
Emozioni e teoria della mente
Angela Catania
(Neuropsychology Lab, Università degli Studi di Palermo)
Dottoranda in “Theoretical and applied neuroscience”. Mi occupo dell’applicazione di tecniche di neuromodulazione non invasiva in disturbi del neurosviluppo, lesioni cerebrali acquisite e malattie neurodegenerative. Prossimo obiettivo: potenziare le funzioni cognitive con una bella birra ghiacciata.
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