Il femminismo ai tempi del neoliberismo

Nelle mie ultime ricerche, analizzo il nesso affermativo mobilitato tanto dal pensiero femminista quanto dalla razionalità neoliberale in relazione a uno statuto eterogeneo del soggetto irriducibile al paradigma giuridico della rappresentanza moderna. In entrambi i casi, l’esercizio della libertà si delinea come l’esperienza di una soggettività desiderante che rigetta le istanze di simbolizzazione imposte dall’ordine patriarcale in nome della propria irriducibile differenza.

La questione delle soggettivazioni politiche è attraversata da un’insormontabile domanda di fondo: quali sono le condizioni che rendono possibile l’apparizione sulla scena politica di quelli che, con una felice espressione Jacques Rancière chiama, la ‘parte dei senza parte’? Quando e in che maniera questi esclusi dal conteggio democratico acquisiscono visibilità e riescono a parlare in nome proprio, per se stessi?

A partire dalle rappresentazioni della Giustizia maggiormente diffuse, si discutono alcune questioni attinenti ai rapporti tra genere e diritto, mettendo in luce i presupposti culturali e le assunzioni di sfondo in una prospettiva sociologico-giuridica.