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Fin dalle sue origini, la teoria quantistica si è rivelata controintuitiva e rivoluzionaria. I fenomeni delle particelle su piccola scala che essa descrive sfidano il senso comune legato al comportamento degli oggetti macroscopici. Scopriamo come le ultime frontiere della ricerca di base della fisica dei sistemi quantistici e nanoscopici possono avere dirompenti risvolti tecnologici.
Stranger Quantum Things
Alessia Castellini
(Dottoranda in Scienze Fisiche, Dipartimento di Fisica e Chimica, Università di Palermo)
Il principio di sovrapposizione, l’entanglement e il teletrasporto di stati quantistici presto consentiranno: di rendere invalicabili le barriere di sicurezza della crittografia, di costruire computer quantistici le cui potenzialità sono già presenti nei prototipi di IBM e Google e, possibilmente, anche di comprendere il funzionamento del cervello umano. Benché, a causa del “Darwinismo quantistico”, il mondo macroscopico di ogni giorno segua la fisica classica, le leggi quantistiche rivoluzioneranno il modo di comunicare e di conoscere: le stranezze quantistiche saranno quotidianamente utili.
Nanoparticelle di Carbonio per le tecnologie del futuro
Fabrizio Messina
(Ricercatore, Dipartimento di Fisica e Chimica, Università di Palermo)
Il Carbonio è un elemento con caratteristiche straordinarie. Le sue forme nanodimensionali, come i nanotubi di carbonio ed il grafene, sono considerate pietre miliari delle nanoscienze. I Carbon dots sono una classe ancora nuova di nanomateriali basati sul Carbonio, scoperta da circa un decennio. Essi presentano una combinazione unica e molto affascinante di proprietà e di possibili applicazioni tecnologiche. La comprensione fondamentale e la capacità di controllo delle proprietà fisico-chimiche dei Carbon dots, però, è ancora decisamente insufficiente per sfruttarne appieno le potenzialità.
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