L'imprevedibilità della Terra

Quando si parla di fenomeni naturali, la mitigazione del rischio richiede una buona comunicazione scientifica, che metta a disposizione dei cittadini la conoscenza prodotta dalla ricerca. Spesso la conoscenza scientifica non è quella che vorremmo, invece di fornirci indicazioni esatte per affrontare le complessità della natura, ci propone scenari alternativi e stime di probabilità, lasciandoci in balia dell’incertezza. Che fare? Mettersi alla prova! Petardi alla mano, giocheremo a prevedere le esplosioni e valuteremo se l’informazione scientifica ci può aiutare a prendere decisioni difficili.

Fino a pochi a anni fa, la parola tsunami evocava scenari esotici, pellicole catastrofiste o un qualche supereroe di cartoni animati giapponesi: gli eventi del 2004 (Oceano Indiano) e del 2011 (Giappone) hanno portato maggiore attenzione su un fenomeno naturale raro, ma meno inconsueto di quanto non si creda anche nei nostri mari. Imbracciata la tavola da surf, cavalcheremo le grandi onde per scoprirne alcuni affascinanti aspetti.

La sismologia è una scienza giovane, nel giro di un secolo ha fatto progressi enormi in termini di comprensione dei meccanismi fisici alla base della generazione dei terremoti e di qualità delle tecniche di monitoraggio. L’unico aspetto che risalta però è che la sismologia non è in grado di “prevedere” quando e dove avverrà un terremoto. Per rendere queste catastrofi da cui è impossibile difendersi meno “spaventose” è necessario che al verbo “prevenire” venga sistematicamente accostato il verbo “conoscere”. Quale migliore occasione di una birra insieme per saperne di più sui terremoti?