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Il Mediterraneo, pur rappresentando solo lo 0,7% delle acque del mondo, per la sua ricchezza di biodiversità è tra i più importanti ecosistemi. L'antropizzazione delle coste avvenuta nell'ultimo secolo, ha portato a una diminuzione della biodiversità stessa, anche perché si tratta di un bacino semichiuso con un'unica comunicazione con l’Oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra, e quindi con un ricambio lentissimo delle acque. A farne le spese maggiori i top-predators delle catene trofiche (delfini, tonni, pesci spada, squali) e i long-linving (balene e tartarughe marine).
La biodiversità del Mare Nostrum ad elevato rischio di conservazione
Letizia Marsili, docente di Biologia Marina dell'Università di Siena ci parlerà del suo amore per il mare e per le specie che ancora lo abitano. Cinque delle otto specie di cetacei che sono presenti nel Mediterraneo sono a rischio estinzione nelle prossime tre generazioni. Con la tecnica della biopsia cutanea si possono avere dei campionamenti che forniscono un gran numero di informazioni da una piccolissima quantità di epidermide e di grasso sottocutaneo. L’obiettivo è quello di avere più informazioni possibili che possano essere strumenti utili alla conservazione delle specie.
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